Per definire una relazione aperta, bisogna prima comprendere su cosa si fonda questa filosofia di coppia.
Il meccanismo mentale che sta alla base di un concetto simile è pressoché complesso e articolato, per nulla semplice e nemmeno intuitivo. Per tradizione, ci hanno sempre insegnato a rispettare la persona che amiamo, ma soprattutto rimanerci legate, in una poligamia molto stretta.
Capita, talvolta, che per spezzare le catene della monotonia oppure non sentendosi particolarmente inclini verso determinati impegni, che siano di sentimentali o di vita, si scelga di comune accordo col partner di optare per una soluzione chiamata “aperta” e quindi molto più libera rispetto a quelle standard. Deve essere data la giusta importanza al termine “consenso”, infatti, che per definizione è considerato, in questo caso, come un accordo non scritto tra le parti (n.d.r i due componenti della coppia), che accettano una soluzione condivisa.
Una relazione non è unilaterale, quindi devono essere poste le giuste premesse da parte di entrambi per riuscire a rimanere ligi alla parola data.
I rapporti si costruiscono sulla fiducia e soprattutto sull’impegno costante, che non deve mai venire meno, neanche nelle situazioni più difficili, in cui si potrebbe persino ricorrere ad un aiuto esterno, dato da uno psicologo, per esempio. Ricorrere ad aiuti analoghi è molto diffuso oggigiorno, dal momento che le nostre vite frenetiche e il lavoro snervante ci allontanano sempre di più da quella sensibilità che invece dovremmo riscoprire.
L’empatia è il sentimento principe in questi contesti, che deve essere presente, ma mai troppo, dal momento che si rischierebbe di compromettere l’equilibrio tra cuore e mente, sbilanciando le nostre percezioni e non facendoci comprendere in modo obiettivo la realtà dei fatti.
Le relazione aperte, come già descritto, devono affondare le loro radici in solide basi, che non sono assolutamente distaccate da ambo i partner principali della coppia. Tutto ciò che è annesso al contesto principale deve avere funzione accessoria, comunque rimanendo nel rispetto del fulcro della relazione primaria.
L’importanza di mantenere netti i ruoli all’interno di situazioni simili, è decisamente un valido aiuto per tutte le persone coinvolte, dal momento che sarebbe scorretto non dare il giusto peso ad una rispetto ad un’altra.
I casi sono tantissimi, variegati e tutti diversi tra loro, tali da non permettere di avere una definizione standard e abbastanza esaustiva di ‘relazione aperta‘. Molte volte si confondono i contesti d’uso o altre, persino le persone stesse hanno le idee confuse, percependo un loro difetto come invece il bisogno di una relazione aperta.
Per questo, prima di imbarcarsi in impegni troppo grandi, è opportuno guardarsi dentro e capire veramente cosa si prova, tentando in qualche modo di mettersi nei panni anche del proprio partner, che dovrà supportarvi lungo l’intero percorso da intraprendere. Conoscere se stessi è essenziale, obbligatorio quasi: non deve essere ammesso nessun errore di valutazione, specie nel giudizio del proprio essere, che se necessario, dovrà rispondere di eventuali fallimenti dovuti a una personale mancanza all’interno della coppia.
Anche se scontato: “prima bisogna piacere a sé stessi e poi agli altri” è la frase che deve essere sempre ricordata in simili situazioni, dato che spesso l’insicurezza prende il sopravvento, soffocando la libertà di uno o di ambedue. Un ennesimo problema da non sottovalutare infatti è proprio questo, che pone le basi per un argomento tanto vasto quanto difficile: la realizzazione personale, che ahimè non avviene velocemente, e purtroppo può compromettere inesorabilmente i sentimenti.
C’è abbastanza confusione riguardo questi due argomenti, che spesso vengono accomunati perché si pensa che siano le facce della stessa medaglia.
Niente di più sbagliato.
Se, da un lato, una relazione aperta può amalgamarsi senza problemi alla vita di tutti i giorni, il poliamore, invece, si forma su una solida gerarchia all’interno di un gruppo di persone, in cui ognuno ha un ruolo affettivo ben preciso, che deve essere accettato e condiviso da tutti.
Questi particolari tipi di legami, spesso, vengono usati quasi come una valvola di sfogo o una banale scusa per non ammettere la propria immaturità, precludendo così tutto ciò che è considerato bello al loro interno.
Il poliamore è molto più intimo e profondo di quanto sembri: non ammette solamente una vera conoscenza di se stessi, ma anche degli altri, che dovranno trovarsi sullo stesso piano del sentire, cercando di comprendere al meglio ed accettare qualsiasi loro posizione in un gruppo eterogeneo di persone. Questa necessità nasce dal fatto che, durante lo sviluppo delle abitudini dell’essere umano nei secoli, la vita è stata sempre di più improntata alla monogamia e alle relazioni capestro, che nella storia hanno fatto da sfondo a una società in veloce crescita. Se, da un lato, lo sviluppo economico e della tecnologia hanno fatto da padroni, dal lato umano si è dimenticato quanto per natura è necessaria la giusta libertà, quella che caratterizzava le popolazioni dell’antichità.
I Greci furono i primi a non mettere il veto a questo tipo di relazioni, che spesso coinvolgevano individui anche dello stesso sesso. Tutto questo, per fare comprendere come non sia un mistero avere rapporti poliamorosi, e anzi, secondo la storia era proprio la norma, poiché anche i Romani in tempi successivi agli Elleni avrebbero accettato gli stessi ‘modus operandi’. Oltre a questo esempio però, sono presenti ulteriori casi particolari, che fanno riferimento prettamente a sfere dell’essere molto di nicchia, spesso tendenti a quelle branche considerate ‘deviate’ e/o non convenzionali.
L’amore non si compone solamente di sentimento, ma anche di sessualità, per questo è opportuno parlare anche di questo aspetto, considerato un bisogno molto importante nella coppia.
Per chi desidera esplorare nuove possibilità e avventure sessuali, i siti incontri sesso possono offrire una via per conoscere persone con interessi e desideri simili. Questi portali sono spesso frequentati da individui che cercano rapporti basati sulla libertà e sul consenso reciproco, caratteristiche fondamentali anche nelle relazioni aperte. Attraverso queste piattaforme, è possibile trovare partner con cui condividere esperienze senza legami stretti, in un contesto sicuro e rispettoso.
Senza il sesso non si completerebbe un rapporto sano, dal momento che verrebbe a mancare quella parte di condivisione fisica che deve essere sempre presente. Per questo, una relazione aperta, si inserisce anche in questo contesto appunto, cercando di arginare tutti quei deficit che precluderebbero una condivisione sana tra due persone, che nonostante tutto vogliono continuare a rimanere insieme.
È quindi da considerarsi quasi terapeutica?
Spesso viene consigliato di provare simili metodi per sanare una crisi, ma al netto dei casi, il risultato è sempre stato pressoché fallimentare. L’amore non convenzionale ben si adatta a questi contesti così ‘libertini’, dato che spesso la componente sessuale è quella tenuta maggiormente in considerazione.
Nello specifico nelle relazioni aperte, possono inserirsi anche le diverse inclinazioni (n.d.r deviazioni) di ognuno di noi, come i kinky, i fetish e tutti quei comportamenti che un tempo venivano definiti ‘perversioni’ (n.d.r Sigmund Freud a inizio del ‘900).
Per chi non lo sapesse, sono anche chiamate ‘parafilie‘ e definiscono un modo del tutto diverso di provare piacere, che non avviene più attraverso i metodi canonici, ma utilizzandone altri, definiti ‘unconventional’ (= non convenzionali).
Si può definire ‘erotismo estremo‘ e ben si adatta ai contesti in cui esso viene condiviso, cercando di dargli una giustificazione consona.
Feste, munch, black room, o anche solamente il Prodomming (n.d.r sessioni BDSM a pagamento) sono un intero mondo che può ruotare sopra la filosofia di relazione aperta, ma non sempre. Infatti, alcuni di questi, spesso sono considerati come ‘vite parallele’, disgiunte da quelle principali, e da cui sono tenute obbligatoriamente nascoste.
Per considerare i vantaggi di una relazione aperta, bisogna analizzare in modo molto pragmatico tutte le possibilità che essa può darci.
Tanta libertà? Più sicurezza? Meno impegni? Divertimento? Adrenalina?
Ognuno può averne di diversi, e tutti molto personali, ma di sicuro utili per comprendere se veramente un rapporto così complesso possa fare al caso nostro. Non è solamente un accordo tra persone adulte e consenzienti, ma un vero e proprio stile di vita che non si adatta così facilmente alla routine quotidiana, anzi, la influenzerà notevolmente. Proprio per questo è importante ascoltarsi e domandarsi se realmente si riuscirà ad affrontare un impegno simile, così concreto all’apparenza ma allo stesso tempo astratto e pieno di insidie nascoste.
Calcolare tutte le variabili non dipendenti da noi stessi poi, non è una passeggiata, dal momento che non si ha a che fare solamente con un partner, ma con più di uno: con le sue idee, i suoi giudizi e soprattutto i suoi sentimenti.
Siamo essere umani e dotati di una coscienza, che ci deve far muovere secondo regole etiche ben precise, mirate al rispetto e alla comprensione, tali da non poter non trascurare nessuna di queste importanti sfaccettature.
La consapevolezza deve essere un lato preponderante del nostro carattere, che deve necessariamente valutare la possibilità di condividere una relazione aperta, che come già descritto, non deve assolutamente tramutarsi in un’arma a doppio taglio.
I sentimenti che si provano e le sensazioni che dà un rapporto amoroso sono unici e veramente profondi, devono essere coltivati, fatti crescere, ma soprattutto preservati da qualsiasi negatività.
Infatti, una coppia, così come un gruppo di persone legate dalla stessa relazione, non devono prescindere da questo concetto, impegnandosi giornalmente per vivere serenamente la propria voglia di condivisione e amore.